Adei sulla contestazione di “Donna sul fronte”di Alaine Polcz: il libro che fa paura al governo russo.

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L’Adei, Associazione degli editori indipendenti, condanna con forza l’intervento con cui il 19 giugno, nel corso della presentazione di Donna sul fronte di Alaine Polcz, presso la libreria Centofiori di Milano, un rappresentante del Consolato russo ha sentito la necessità di intervenire ufficialmente non solo per accusare l’autrice di falsificare la storia e di denigrare la Russia, ma anche per muovere indirette minacce agli europei del tipo: «La riscrittura della storia e la demonizzazione della Russia finirà molto male».

Confermiamo tutta la solidarietà alla casa editrice Anfora, socia di Adei, e soprattutto ribadiamo la necessità di difendere la più larga libertà d’espressione, nei libri, come in qualsiasi altra manifestazione del pensiero. Contro aggressioni anche solo verbali, minacce o intimidazioni di singoli o di Stati.

Donna sul fronte di Alaine Polcz, racconta l’esperienza dell’autrice che nel 1944  scappa dal paese in cui abita, in Ungheria, dove ritorna solo al termine della guerra, dopo aver attraversato l’inferno del fronte, vittima di atroci violenze e umiliazioni, e dopo aver subito anche il rifiuto del marito. Un libro che va a toccare un argomento tabù in Ungheria fino al 1990, fino alla fine del comunismo: gli stupri commessi dai soldati dell’Armata Rossa. Una questione che torna oggi di tragica attualità con le guerre in corso nel mondo, in particolare quella seguita all’invasione russa dell’Ucraina. Un’autobiografia che ha anche ricevuto numerosi riconoscimenti ed è stata tradotta in francese, tedesco, inglese, spagnolo, romeno, russo, sloveno e serbo.