Perché favorisce la libera concorrenza limitando gli
sconti selvaggi a un massimo del 5%, introduce un piano nazionale di promozione
della lettura, una card per aiutare l’acquisto di libri per le famiglie a basso
reddito, rafforza il Centro per il libro e la lettura, rafforza il tax credit
per le librerie.
Perché il libro ha un valore, e il suo prezzo, oltre
all’editore, deve remunerare equamente più di 10 professioni diverse: autore,
spesso agente e/o traduttore, editor e/o correttore di bozze,
grafico/impaginatore, illustratore e/o fotografo, tipografo, corriere,
magazzino, promotore, distributore, libraio.
Perché gli sconti selvaggi, o le promozioni continue,
generano incertezza, aumentano la precarietà di tutta la filiera, abbassano drasticamente
la qualità a favore della quantità. Decidono anche il tipo di offerta
editoriale: più bestseller, meno ricerca, meno bibliodiversità e pluralismo. Con
la nuova legge resta comunque la possibilità di una promozione per marchio
editoriale, al 20% di sconto, per un mese l’anno. Un po’ come i saldi, ma non
tutti i giorni.
Perché con il sistema attuale i librai indipendenti
sono massacrati in una competizione impari con chi può permettersi sconti grazie
al fatto che non paga le tasse in Italia, o perché fa parte di una
concentrazione verticale (è nello stesso tempo editore, distributore e libraio,
cosa possibile solo nel nostro Paese), o vende in perdita con il solo scopo di
far fuori la concorrenza (è successo, succede).
Perché negli ultimi anni le librerie indipendenti
hanno chiuso a centinaia, desertificando dal punto di vista culturale intere
porzioni di territorio. Ma le librerie non sono solo negozi, sono veri e propri
presidi culturali che fanno concretamente promozione della lettura (e sappiamo
quanto ce ne sia bisogno in Italia).
Perché gli editori indipendenti, piccoli o grandi che
siano, pur essendo quelli che garantiscono spesso scouting e ricerca, subiscono
lo strapotere commerciale dei grandi gruppi e sono costretti a volte a
chiudere, sempre a limitare i propri piani editoriali.
Perché l’esperienza della maggioranza dei paesi
europei, a cominciare da Germania e Francia, dice che il prezzo fisso
garantisce e rafforza l’intero mercato editoriale e la lettura. Mentre con le
regole attuali l’Italia è fanalino di coda e ha perso più del 20% dell’intero
fatturato negli ultimi 6 anni.
Perché i lettori italiani, diversamente da oggi,
devono poter contare sullo stesso prezzo, per lo stesso libro, sia che abitino
a Roma o Milano che in un piccolo paese di provincia.
Perché il prezzo del libro, specie nei grandi gruppi, nel
sistema attuale già incorpora il costo degli sconti programmati. Con la nuova
legge a trarne vantaggio sarà il lettore, grazie alla garanzia di una
concorrenza reale: i libri migliori ai prezzi migliori.
Perché un libro
va acquistato perché è bello, e magari utile, non perché è più scontato.
[…] un lato l’Adei, che approva vivamente la proposta di legge. D’altra parte, come per esempio Andrea Gessner, direttore di […]
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Nuova proposta dei legge sul libro: come al solito, è il caos | Il blog di Panda Edizioni
[…] un lato l’Adei, che approva vivamente la proposta di legge. D’altra parte, come per esempio Andrea Gessner, direttore di […]