Non c’è più tempo da perdere. In Italia le librerie continuano a chiudere. Centinaia di librerie, migliaia di cartolibrerie. Presto, inizieranno a chiudere anche le case editrici. Come mai?
I libri vengono sempre più spesso “svenduti”, mentre i denari che si potrebbero destinare a serie politiche di promozione della lettura non vengono stanziati. Come mai? Ai grandi editori, preme soprattutto distribuire i libri, occupare spazi nelle catene e nei supermercati, anche a costi insostenibili. Le continue campagne di “svendita” non portano a un incremento delle vendite, ma a un crollo rovinoso dei margini di librai, editori, dei compensi per gli autori e soprattutto per tutti i giovani – grafici, traduttori, redattori – che lavorano nel mondo del libro.
Per arginare le perdite, per generare una leva di sostegno al libro e alla lettura, è pronta sul tavolo dalla scorsa estate una legge.
Equa, perché per la prima volta regolamenta gli sconti che a tutt’oggi possono permettersi di applicare solo le catene e i rivenditori online. Sconti che vengono ovviamente praticati rivalendosi sugli editori. Incentivante, perché per la prima volta i Patti locali per la lettura e le biblioteche scolastiche vengono sostenuti attivamente.
Rispettosa, perché evitando continue chiusure di librerie – e presto anche di case editrici –permette di lavorare un pochino meglio.
Perché una legge che è stata approvata all’unanimità alla Camera [non capita quasi mai!] è ora bloccata da mesi al Senato?
Introdurre regole che rendano equo il mercato serve a garantire una libera e reale concorrenza. Non molti sanno che solo in Italia è permesso che la stessa azienda o gruppo editoriale sia proprietario di marchi editoriali, distribuzione, librerie. Con la conseguenza che i prezzi e le regole del gioco sono pilotate dai grandi gruppi. Che continuano ad acquisire editori, librerie, grossisti. I libri recano sulla copertina un prezzo più alto di quanto non sarebbe necessario, per permettere (ai grandi) il giochetto degli sconti.
“Questa Legge, al contrario di quanto sostiene il presidente dell’Associazione dei grandi editori – AIE – permette un controllo e una decrescita dei prezzi effettivi”, dichiara Marco Zapparoli, presidente di ADEI – l’Associazione degli editori indipendenti, la cui quota di mercato è in costante crescita, e ora si attesta intorno al 45%. “Gli sconti selvaggi si ripercuotono prima di tutto sulle famiglie di chi lavora nell’editoria” – prosegue Zapparoli “e sul prezzo di copertina dei libri, che viene sistematicamente aumentato proprio per ‘compensare’ questi sconti.”
Come sostiene Paolo Ambrosini presidente di Ali Confcommercio “La politica, il Parlamento hanno dato una chiara indicazione a luglio ad amplissima maggioranza, prendendo atto che per garantire al paese sviluppo di lettura occorre cambiare rotta rispetto a quanto si è fatto sin qui investendo non sulla promozione del prezzo, ma sulla promozione dei contenuti come avviene nei principali mercati Europei, che a differenza del nostro dove la lettura è ferma da 17anni hanno indici più alti. Siamo pertanto fiduciosi che i Senatori e il Governo vorranno confermare la scelta della Camera, una scelta fatta nell’interesse della lettura e del paese e non di alcuni pochi”.
“E’ dal 2014 che con il confronto e la collaborazione di tutti gli attori della filiera ed attraverso il confronto con tutte le forze politiche del Parlamento cerchiamo di far approvare la legge sulla promozione della lettura. Dopo il passaggio alla Camera, la lentezza dell’iter al Senato non può che rammaricarci di essere in un Paese che non sa o a cui non interessa prendere una decisione su un aspetto che si riflette sulla base stessa della cultura per un problema di percentuale di sconto sul prezzo di copertina, che ci fa adeguare alla maggior parte dei paesi Europei.” aggiunge Cristina Giussani, Presidente SIL Sindacato Italiano Librai Confesercenti.