L’esclusione di Roberto Saviano dalla Buchmesse di Francoforte, dove l’Italia sarà quest’anno paese ospite d’onore, è un fatto grave e significativo. In teoria, il nostro paese dovrebbe rappresentare al meglio la sua editoria e la sua cultura e il non aver invitato uno dei nostri autori più tradotti e apprezzati nel mondo, ha dell’autolesionismo. Ancora peggiori gli effetti che questa politica delle esclusioni porterà con sé con il rifiuto di partecipare, già annunciato da parte di diversi autori italiani di primo primissimo piano, tra l’altro vincitori del Premio Strega, da Paolo Giordano a Franco Veronesi, da Francesco Piccolo a Emanuele Trevi ad Antonio Scurati.
L’ADEI, Associazione degli editori indipendenti, lamenta anche una pessima gestione dell’organizzazione della presenza italiana innanzitutto da parte dell’ICE. Un’amministrazione pubblica che accetta di parlare, di collaborare e di confrontarsi solo con un’associazione di editori, quando chiunque si occupi di libri sa che la rappresentanza dell’editoria in Italia è plurale e che l’ADEI rappresenta più di duecento case editrici indipendenti.
«Anche da questo punto di vista ci sarebbe sembrato opportuno» sottolinea Andrea Palombi, presidente di adei «che l’editoria e la cultura italiana fossero rappresentate al meglio per in tutta la loro varietà e ricchezza. Così purtroppo non sarà e l’occasione di essere paese ospite d’onore rischia di diventare l’ennesima occasione persa».
L’ADEI, da parte sua, e pur nella scarsità di risorse, ha acquistato in autonomia uno spazio direttamente dalla Buchmesse, e rappresenterà l’editoria indipendente dando visibilità anche a case editrici che altrimenti non avrebbero potuto essere presenti.