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La leggenda narra che…
…in principio era WoM (Word of Mouth) e presso di lui stavano le Parole e le Immagini come sorelle e concubine, multiple, gioiose, libere, il piè leggero e leggiadre danzavano, ridenti dando squillo al mondo e forme alle sue compagini, in un brillio metamorfico e plastico che è l’essenza dell’essere quando nulla viene ad ostacolarlo.
Ma fu allora che giunse la Stampa che rapì le Parole e le Immagini e le intrappolò, fissandole nella loro sclerotizzata forma di ancelle e schiave, portatrici di un Senso e ostentatrici della chiacchiera e dell’opinione.
Tuttavia, da subito, una coorte di uomini e di donne – ierofanti e sacerdoti del culto di WoM – si sollevò per liberare le Parole e le Immagini ingabbiate nei loro font, ed in cerca dell’antidoto trovò un bicchiere con inciso sopra «HIC BIBITUR» sotto al quale si trovava un libro grosso, grasso, grande, grigio dov’era conservata e spiegata l’arte del doppio gioco della finzione che rivela gli strali della Verità plastica e metamorfica delle origini, quella dinamitarda del riso primigenio che scatenò la lotta che dura tutt’ora e che presumibilmente durerà finché l’umanità campa, di cui le Edizioni WoM non fanno che proseguire l’antica tradizione sotterranea di concubinaggio e sororità con le parole danzanti, nell’originaria oralità del Passaparola che il suo nome stesso richiama, invitando nella sua giostra tutti i «bevitori illustrissimi».
Quanti vorranno entrare nel regno anarcopatafisico WoM, potranno farlo attraverso il foro posto sul piatto superiore di ogni nostra copertina.